Olio d’oliva e olio extravergine d’oliva: differenze e caratteristiche
Dal gusto amaro, piccante o fruttato, l’olio extravergine d’oliva è il re della tavola. Se poi è biologico e a Km zero, sarà il tuo più valido alleato per mantenerti in salute.
La maggior parte dei produttori d’olio d’oliva operano nel sud Italia e non a caso: per realizzare un prodotto di qualità sono infatti necessarie specifiche condizioni climatiche e il tipico paesaggio del meridione dello stivale, fatto di ampi spazi, tanto sole, sassi, quiete e solitudine, è perfetto. Per questa ragione, la Puglia è la regione che ospita la massima concentrazione di coltivazioni di ulivi, che grazie al clima, producono un olio extra vergine di qualità eccellente.
Non da meno, però, sono la Calabria, la Sicilia e la Campania, che con il tacco d’Italia condividono le medesime temperature, i terreni calcarei e argillosi, i lunghi periodi di siccità e la prossimità del mare, che mitiga le temperature anche sulle pendici collinari.
Ma prima di acquistare un olio d’oliva, assicurati che sia il migliore: non tutti assicurano lo stesso gusto e le stesse proprietà nutritive.
Olio extravergine e olio d’oliva: differenze
L’olio extravergine d’oliva è un prodotto per il quale siamo famosi in tutto il mondo, quindi non deve stupirti che la sua produzione sia sottoposta a una rigida normativa, disciplinata da un apposito regolamento CEE. Per essere extravergine, l’olio deve infatti rispettare due parametri:
- deve presentare un tasso di acidità inferiore allo 0,8% - questo significa che per ogni 100 gr di prodotto, la quantità di acido oleico non deve superare gli 0,8 grammi. Non è un dettaglio da poco: l’acido oleico, infatti, è un acido grasso monoinsaturo, che contribuisce in modo significativo al funzionamento del sistema cardiovascolare, assicura importanti proprietà antiossidanti e contribuisce a mantenere bassi i livelli di colesterolo.
- deve essere prodotto tramite estrazione meccanica a freddo – dopo essere state raccolte a mano, le olive devono essere spremute tramite sistemi meccanici che permettano al prodotto di non essere sottoposto a temperature che superino i 27 gradi.
L’olio di oliva, sebbene si posizioni appena un gradino più in basso dell’extravergine, può invece esser definito come una miscela, composta da olio raffinato e olio vergine, la cui acidità può anche raggiungere il 2%. Va da sé che in questo caso vi saranno delle caratteristiche organolettiche di qualità inferiore e che il gusto virerà deciso verso alti livelli di acidità.
Il valore aggiunto dell’olio d’oliva a Km zero
Oggi, per comprare un buon olio vale la pena affidarsi alle fattorie agrituristiche e a tutti quei produttori che privilegiano la produzione di olio extravergine d’oliva a filiera corta. In questi casi, l’intero ciclo di produzione, dalla raccolta alla spremitura, avviene all’interno della stessa azienda, che si occupa anche del confezionamento in latte o bottiglie di vetro.
Per quanto riguarda i marchi di eccellenza, devi fare riferimento alle certificazioni DOP (Denominazione Origine Protetta) e IGP (Indicazione Geografica Protetta). Un olio extravergine d’oliva DOP, infatti, ti garantirà che l’intero processo produttivo è avvenuto nel territorio dichiarato, mentre nel caso dell’IGP, saprai quanto meno che almeno una delle fasi di produzione è avvenuta nel luogo indicato o con i processi tradizionali dell’area di riferimento. Se poi è bio, ti sarai assicurato il migliore olio extravergine d’oliva sul mercato!
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